Il natale di mezzo secolo fa ad Abbadia Alpina

Una volta per la festività del Santo Natale si allestiva l’albero:si tagliava un pino .. qui ad Abbadia i pini non mancavano (se ne sceglieva uno che avesse molte pigne), queste venivano poi avvolte con carta stagnola così da sembrare palline colorate,veniva appeso anche qualche mandarino e qualche caramella.
Sotto l’albero veniva costruito il presèpe,le statuine erano state ritagliate da una rivista ed incollate sul cartone per renderle rigide,ma per farle tenere dritte sul muschio,almeno questo era vero raccolto nei boschi,bisognava avere tanta pazienza.

Statue di gesso avevamo solo Giuseppe, Maria ed il bambino Gesù,al bambino si era rotta una manina per cui quando veniva messo nella mangiatoia si aveva cura di nascondere questa menomazione,eravamo affezionati a quella statuina che non si aveva mai pensato ad una sostituzione.

Il giorno di Natale veniva trascorso per lo più in famiglia,arrivavano anche i figli sposati,la mamma il giorno prima preparava gli agnolotti: la pasta veniva tirata a mano,il trito per riempirli era fatto con molta verdura perché la carne a quei tempi non abbondava e poi si diceva che così restavano più morbidi, avvolti nella pasta venivano tagliati con un bicchiere non tanto grande e con forme irregolari per far sì da consumare tutta la pasta.

Mi ricordo in modo particolare un anno che mi avevano promesso di portarmi a messa di mezzanotte,cosa abbastanza impegnativa per un bambino dato che a quell’epoca si doveva andare a piedi per mancanza di strade,a peggiorare la cosa, due giorni prima erano caduti cinquanta centimetri di neve, per cui la sera della vigilia ero di cattivo umore tanto che, verso le ventidue la mamma decide di portarmi ugualmente,in un batter d’occhi mi vesto,mi metto gli scarponcini e ci incamminiamo per quello stretto sentiero scavato nella neve,mentre scendiamo si uniscono a noi altre persone delle borgate più a valle,quando arriviamo ad Abbadia siamo un piccolo gruppetto, ascolto messa un po’ distratto perché a mezzanotte,a casa,doveva essere passato Gesù bambino,a quell’epoca era lui che portava i doni.

Finita la messa ci incamminiamo per la strada del ritorno,al nostro gruppetto si sono uniti anche i giovani che erano scesi prima di noi per passare la serata da qualche parte in attesa della mezzanotte,la notte è gelida,un chiaro di luna illumina la collina come fosse giorno.

Appena arrivato a casa,corro subito a vedere sotto il cuscino,Gesù bambino è passato,ha portato un sacchetto di caramelle e cioccolatini ed anche un bambinello di zucchero,il giorno dopo appenderò tutto all’albero; mi corico,sono talmente felice che non riesco a prendere sonno.